
In primo piano
Andar per funghi in Liguria
Per chi va per funghi, è scontato non svelare mai dove si nascondono: ogni appassionato che si rispetti ha le proprie mappe segrete, che non rivelerebbe mai. Anche in Liguria il bottino può essere strepitoso, quando le piogge nei mesi precedenti sono più abbondanti.
I consigli dell’esperto
Nicolò Oppicelli, micologo e direttore della rivista mensile “Passione funghi e tartufi”, consiglia di scegliere accuratamente il luogo: ventoso; con temperature tra 5-6 fino a 25 gradi; tra i 1.300 e i 1.500 metri di altitudine e poi più in basso; cercando tra foglie e muschio e tra gli alberi, che bisognerebbe studiare un po’, ad esempio per riconoscere le specie più amate dai porcini.
Nel Ponente
Nell’Imperiese, i posti più propizi ai funghi sono la valle Arroscia, con Aquila d’Arroscia, fino al colle di Nava, e la valle Argentina fino a Triora. Nel Savonese, vale la pena fare ricerche a Sassello e in val Bormida, fino a Bardineto, zona molto pregiata. Il 23 settembre qui si tiene la 34a edizione della Festa Nazionale del Fungo d’Oro.
Genovesato e Levante
I nomi più ricorrenti tra i cercatori sono: Masone, Campoligure, Rossiglione, Mele e Acquasanta; la val Bisagno, da sant’Eusebio a Bargagli e fino alla Scoffera; la val Trebbia, con Torriglia, Fontanigorda e Montoggio. Spostandosi a levante si possono citare la val Fontanabuona, con Moconesi e Gattorna; S. Stefano d’Aveto con le sue faggete e, nello spezzino, la val di Vara, con Varese Ligure e Buto, nonché Carro e Sesta Godano.
Gli oggetti del rito
La stagione autunnale chiama a raccolta i cercatori: li si vede un po’ ovunque, con gli scarponi, armati di un bastone e un coltellino, con un cesto di vimini sottobraccio, infilarsi silenziosamente tra gli alberi. Una volta riempito il cesto, a casa inizia la seconda fase del lavoro, con la pulizia e l’essiccamento, oppure con la cottura in padella con poco burro e l’eventuale congelamento.