Dolce in tavola per la cena di natale

Buon Appetito

Natale in festa: i piatti della tradizione e non solo

14/12/2022

Con la fine di Novembre e l’arrivo di Dicembre si inizia già a pregustare quello che sarà il momento più magico dell’anno: Natale accompagnato dalla notte di San Silvestro e Capodanno. Le case si preparano ad accogliere le persone più care con tavole imbandite di frutta secca, dolci e biscotti canditi. Cosa occuperà i nostri piatti durante i giorni del Natale?

I piatti della tradizione di Natale sono diversissimi a seconda del punto della Penisola in cui ci si trova, soprattutto in questo periodo. Dal pesce alla carne, passando per vari formati di pasta ai latticini e verdure cotte, il nostro Bel Paese durante le festività natalizie soddisfa i palati di chiunque, in qualsiasi maniera. Ci sono comunque anche dei tratti comuni, come i dolci classici o la frutta secca, ma da Nord a Sud si attraversano davvero percorsi culinari della tradizione sorprendenti in grado di toccare qualsiasi cibo si voglia.

 

I piatti di Natale del Nord

Incominciamo il nostro viaggio culinario partendo dal nord Italia, con i suoi piatti tipici del giorno di Natale. Nella piccola Val d’Aosta si gusta la Carbonade, carne di manzo pregiata che viene cotta lentamente nel vino rosso accompagnata da crostini al miele che si uniscono a salumi di capra o pecora, mentre in Piemonte capeggiano ovviamente i famosi agnolotti dalla forma tradizionale quadrata con il ripieno racchiuso da due sfoglie di pasta all’uovo, conditi con sugo di carne o burro salvia e formaggio grana. Sempre in Piemonte subito dopo gli agnolotti in tavola si porta il gran bollito di manzo da mangiare rigorosamente con le sue salsine tra cui il bagnet ross, a base di pomodoro e verdure e il bagnet verd, a base di prezzemolo, aglio e acciughe.

In Liguria troviamo i ravioli di forma triangolare ripieni di carne, formaggio e erbe come borragine e scarola o spinaci e bietole da condire con passata di pomodoro, mentre il secondo vede arrivare in tavola il cappon magro: un piatto di verdure e pesce, in origine consumato dai pescatori che ammollavano le gallette in acqua e aceto e le mangiavano con gli avanzi, oggi pietanza ricercata e scenografica, regina delle festività. Zuccotto composto, al suo interno ritroviamo varie tipologie di pesce come il branzino, l’ombrina o l’orata, gamberi, cavolo, barbabietola, carota, fagiolini e pane o gallette del marinaio. Tra uno strato e l’altro troviamo la salsa verde di prezzemolo, uovo, acciuga, pane e aglio a condire e dare sapore.

La Lombardia durante le feste lascia l’amatissimo riso giallo per dare spazio all’anguilla cotta al cartoccio o capitone di Natale condito con aglio, alloro, limone, olio, sale e pepe, un vero e proprio must in regione. Mentre il Veneto, oltre al lesso con salse, ripiega su un altro pesce durante il Sacro Giorno, classico e immancabile: il baccalà, accompagnato dalla sua polenta. Natale della tradizione anche per il Trentino, dove la fanno da padrone i canederli conditi in modi disparati (brodo, formaggio fuso, formaggio e chi più ne ha più ne metta), il capriolo al forno e in chiusura il formidabile strudel o zelten con frutta secca e canditi. Mentre in Friuli il 25 dicembre ha il sapore di una zuppa particolare a base di rape e cotechino, il brovada e muset.

I piatti di Natale del Centro Italia

Scendendo lungo il Bel Paese, tra i piatti di Natale non possono mancare tortellini e passatelli, rigorosamente in brodo, mentre ritorna verso il Lazio il baccalà, accompagnato da verdure fritte o l’insalata di puntarelle lasciando sempre un posticino per l’abbacchio al forno con patate e i cappelletti in brodo.

Più light il Molise con la sua zuppa di cardi e ancora una volta il baccalà, condito questa volta con mollica di pane, aglio, alloro, uvetta pinoli e noci mentre la regione patria del poeta fiorentino Dante opta per i deliziosi crostini di fegatini e la selvaggina più disparata come la faraona arrosto o il cappone ripieno. I maccheroncini di Campofilone nelle Marche ingannano scherzosamente il degustatore: si tratta infatti non del maccherone a pasta corta bensì di spaghetti finissimi e sottili, da gustare accompagnati con il sugo o il ragù. In Abruzzo agnello e bolliti e come dolce i caggionetti, ravioli dolci fritti ripieni di mandorle e purea di castagne.

I piatti di Natale del Sud

Si arriva quindi a sud, tra un brodo di cappone, un primo a base di pesce, una frisella o un cappone imbottito. In Basilicata è tradizione degustare una minestra a base di scarole, verze e cardi in brodo. In Calabria protagonisti indiscussi sono i salumi e gli spaghetti con mollica di pane e capretto o pesce. Mentre in Puglia si addentano cime di rapa, lampascioni e pettole, frittelle di pasta farcite con pomodori, capperi, origano e alici ma anche pesce e ricotta.

Ad avere la meglio qui sono, tuttavia, i dolci. Gli struffoli, detti anche cicerchiate, sono le deliziose palline di pasta fritte, ricoperte da una cascata di miele caldo e decorate con zucchini colorati o frutta candita, sono davvero una certezza sulle tavole degli italiani. Inevitabili anche i mustaccioli, preparati con mosto, miele e cioccolato fondente, i roccocò, ciambelline speziate da “pucciare” nel vino dolce e le scarpedde, fogli di pasta fritti e conditi con il miele.

E nelle isole? In Sardegna tipici sono i culurgiones, ravioli ripieni di patate e pecorino conditi con la salsa di pomodoro e i malloreddus, gnocchetti di semola al sugo di salsiccia. Mentre in Sicilia capeggiano i cardi in pastella ma soprattutto la pasta con le sarde e beccafico senza tralasciare lo sfincione, pizza a base di cipolla. A completare cannoli, cassatine e buccellato, ciambella a base di farina, limone, uvetta, frutta secca, canditi e miele. Pare che il nome derivi da “bucca”, bocca in dialetto siculo, per via del fatto che in origine il dolce veniva inciso prima della cottura così che poi fosse più semplice da spezzare e gustare.

 

E a Capodanno?

Che sia nord, sud o centro Italia, ci sono cibi quasi mistici che non possono mancare sulle tavole durante il cenone o il pranzo di Capodanno. Essi portano, secondo la tradizione, prosperità e buona sorte a chi li metterà nel piatto, regalando un anno nuovo degno di essere vissuto a pieno.

Regine rotonde e globose, che siano asciutte o condite, le lenticchie non possono di certo mancare per nessuna ragione. Tradizionalmente sinonimo di fortuna e ricchezza, fonte di ferro, fibre e sali minerali, sono ottime gustate da sole in umido con l’aggiunta di qualche foglia di alloro oppure come contorno a cotechino o zampone.

Sorelle fruttate del legume sono le porpore melagrane, anch’esse doverose come centrotavola, da rompere gustandone i semi allo scoccare della mezzanotte. Altro alimento portafortuna, dalla forma sempre rotondeggiante, è l’uva. Scura o chiara, è necessario mangiarne 12 chicchi tutti d’un fiato, uno dopo l’altro, per evocare la buona fortuna. Meglio preferire allora quella senza semi!

Anche la frutta secca come arachidi, noci, fichi secchi e nocciole rappresentano un antidoto contro la malasorte mentre, per quel che riguarda la pasta, più è lunga più evocherà longevità.

Per un capodanno col botto, infine, spazio a spumanti, champagne e bolle per festeggiare: che siate da bollicine secche o amabili, non c’è buon anno senza il lancio del tappo sonoro o, per i più temerari, la sciabolata con cascata annessa.